di N. Gogol adattamento e regia  di Laura Fatini
Teatro comunale degli Arrischianti

Una società corrotta, i soliti vizi radicati nell’animo umano, la polvere che da sempre viene nascosta sotto al tappeto: è questa la Russia che viene raccontata da Gogol’ ne L’ispettore generale. Un quadro non troppo lontano da quello che viviamo ancora noi, a distanza di quasi 200 anni da quando quest’opera satirica e molto divertente è stata scritta.

Ed è proprio per la sua contemporaneità, e per il suo umorismo graffiante, che questo testo è stato scelto dalla regista Laura Fatini per festeggiare la fine del 2015: “E’ lo stesso Gogol a darci una chiave di lettura per quest’opera, nelle appendici al testo- dichiara la regista. Egli infatti parla del riso come una frusta per schernire quanto infanga la bellezza dell’animo umano, e chiede di restituire al riso il suo più profondo significato, sottraendolo a chi l’ha trasformato in uno strumento futile e mondano.”

La storia raccontata è molto semplice: in una cittadina di periferia, dove corruzione e clientelarismo sono la norma, si diffonde la notizia dell’arrivo di un ispettore mandato dal governo. Dopo i primi momenti di panico, si decide di provare a corromperlo, e di mostrargli una messinscena in cui tutte le strutture amministrative funzionano: i malati sono pochi, si mangia baccalà a colazione tutti i giorni, e la posta arriva in perfetto orario.

Il piano sembra funzionare, salvo per una cosa: l’ispettore che viene accolto con tutti gli onori e che riceve molti rubli in omaggio non è il vero ispettore, ma un semplice piccolo funzionario spiantato e millantatore.

“Ho scelto di ambientare questo spettacolo in un immaginario campo nomadi- continua la Fatini- perché vorrei rappresentare una società chiusa, compatta, che viene additata da tutti gli esterni come esempio di corruzione e di vita al di fuori della legge; è più facile vedere negli altri il marciume che ci circonda e nel quale viviamo, per questo avevo bisogno di una distanza tra il pubblico e quanto verrà rappresentato.”

Il risultato è quindi uno spettacolo molto colorato, grottesco e con un ritmo incalzante che divertendo, dipinge un affresco di questa Italia fatta di Casamonica e imbroglioni comuni, di piccoli furfanti e grandi impostori.